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lunedì 27 febbraio 2012

Salite Romagna - Salita Gemmano - versante da Marazzano - Altimetria

Una bella salita di Romagna che vi illusto oggi è quella che porta al bel paesino Malatestiano di Gemmano
Il paese di Gemmano faceva parte della Linea Gotica, istituita dall'esercito Tedesco durante la seconda guerra mondiale per impedire l'avanzata degli alleati, e tra il 4 settembre e il 15 settembre del 1944 fu teatro di una delle più cruente battaglie di quel periodo, e tutt'oggi sulle sue strade si trovano indicazioni a riguardo per far si che la gente non dimentichi la propria storia. Dall'alto Gemmano domina il fiume Valconca, e nelle belle giornatae di cielo terso è possibile scorgere il mare e la riviera romagnola, e distinguere chiramente le tre torri di San Marino.

Il lato, o versante, affrontato e che vi mostro è quello da Marazzano. L'ascesa è di circa km 4,4 e la parte più dura, quella che toglie il fiato e taglia le gambe, è nei primi km 1,5 dove presenta punte del 20%
Consiglio vivissimo ai meno preparati di montare un bel 26 dietro, o addirittura anche un 27 o 29; in fondo avere qualche dente in più non farà male e salverà parecchi di coloro che si cimenteranno su quest'ascesa.

 Dalla località di Taverna di Monte Colombo, appena attraversato il ponte sul fiume Valconca, ha inizio la salita. E' una salita che merita rispetto, infatti appena assaggiati i primi metri ti fa capire che non sarà facile, quindi se non si è in forma meglio non sparare tutte le cartucce subito per pensare di abbreviare l'agonia, perchè su queste pendenze è facile rimanere a bocca aperta senza fiato e con le gambe che non girano. La parte più dura, circa 20% si incontra all'altezza del castello di Marazzano, di colore bianco e che si può scorgere tra la vegetazione man mano che si sale.
Giutni al castello di Marazzano, si prosegue ancora un centinaio di metri in salita, costeggiando un muro alto di mattoni che mette impressione e ci accompagna sulla sinistra. Terminato questo tratto si fa una breve discesa, tanto per ritrovare un attimo il fiato, poi giunti al bivio per Onferno si tiene per Gemmano, e da qui tornano nuovamente a farsi sentire pendenze intorno al 12%. Da qui, si prosegue sempre dritto per Gemmano gustandosi sulla destra la vista del Monte Carpegna, le colline e i paesi del Montefeltro, e l'affascinante riserva naturarle di Onferno e delle sue grotte.
Sperando di aver fatto cosa gradita, eccovi qui l'altimetria.
Le altimetrie sono state redatte con dati ottenuti tramite misurazione da ciclocomputer e con GPS.  La rappresentazione grafica viene fornita a scopo puramente indicativo ed amatoriale, e senza l'assunzione di alcuna responsabilità in merito all'uso dei dati soprariportati.

 Francesco

lunedì 20 febbraio 2012

Bici in Romagna e Marche attraverso il parco naturale del monte San Bartolo, Tavullia, Saludecio, Morciano di Romagna, Montescudo, Albereto, Coriano, Misano Monte, Riccione - Percorso 8 - Km 110-115

Il percorso che v'illustro oggi si snoda tra la Romagna e le Marche, con un brevissimo passaggio nella Repubblica di San Marino. Si affronta la splendida strada panoramica del Parco naturale del Monte San Bartolo, si passa per la città natale del campione motociclistico Valentino Rossi, Tavullia, e si attraversano gli splendidi borghi di Saludecio, Montescudo, il castello di Albereto, Coriano, e la campagna di Misano Monte.
La distanza è di circa km 111-113, presenta sei salite, ed inoltre diversi sali scendi all'interno del parco del Monte San Bartolo.
 Si parte da Riccione, si imbocca la strada statale e ci si dirige verso Pesaro. Dopo circa km 11-12, ci troviamo già nelle Marche, e all'altezza del bivio per Gabicce Monte, si volta a sinistra e si entra immediatamente nel parco del Monte San Bartolo. La strada prende subito a salire, fino a Gabicce Monte, luogo dove si può ammirare un paesaggio senza pari su tutta la riviera Romagnola. Proseguiamo per la strada panoramica su delle continue discese e salite. Alla nostra sinistra sempre il mare che ci accompagna. Le strade sono tranquille ed immerse interamente nalla natura. Su queste strade, percorribili tutto l'anno, ancora ogni stagione ha il suo colore e il proprio sapore. Un paesaggio immensamente stupendo. Andiamo avanti su questa strada fino a Pesaro, zono porto, attraversando gli incantevoli paesini di Castel di mezzo, Fiorenzuola di Focara, e Santa Marina Alta.

Le altimetrie sono state redatte con dati ottenuti tramite misurazione da ciclocomputer e con GPS.  La rappresentazione grafica viene fornita a scopo puramente indicativo ed amatoriale, e senza l'assunzione di alcuna responsabilità in merito all'uso dei dati soprariportati.

Da Pesaro, zona porto, si prosegue in direzione dell'autostrada, più precisamente sulla strada di Montefeltro (quella che porta ad Urbino), per poi giungere a Borgo Santa Maria da dove ha inizio una bella salita di circa km 3,5 che ci porta fino a Tavullia. A Tavullia iniziamo una breve discesa, e ci prepariamo a voltare a sinistra in direzione Saludecio, appena incontriamo il bivio che si trova subito dopo una curva. Imboccata questa strada riprendiamo a salire su di una salita lunga circa km 8-9 tutta pedalabile ed in aperta campagna. Qui soffia sempre vento, la vegetazione è pressoché assente, quindi nella stagione estiva non c'è riparo dal sole. Nelle belle giornate di cielo nitido e terso si godono viste sul mare fantastiche e tramonti magnifici verso San Marino. Questa strada ci riporta in Romanga e ci conduce fino all'incantevole borgo di Saludecio, poi da qui ci si lancia in discesa fino a Morciano di Romanga, si attraversa il ponte sul Conca e si tiene direzione Mercatino Conca, San Marino, Carpegna. 

Da qui la strada è tutt'un falso piano in salita. Sempre dritto per circa km 9 fino ad arrivare al bivio per Montescudo, passando per la frazione di Santa Maria del Piano (Montescudo). Riprendiamo a salire, su di una salita regolare e pedalabile (vedi l'altimetria), per circa km 4 fino a Montescudo e poi via in discesa direzione Albereto e San Marino. Attenzione perchè la discesa in alcuni tratti non è proprio semplice, ed è abbastanza ripida. Terminata la discesa siamo nella Repubblica di San Marino, e da qui bisogna voltare a destra in direzione Ospedaletto e Coriano. Si percorre una strada dritta, nella natura, tutta pianeggiante e voloce, fino ad arrivare prima di Ospedaletto ad un bivio. Al bivio si volta a destra direzione Montescudo, poi dopo metri 200 si gira a sinistra su via Saponi, poi si imbocca la via Pedrolara. Qui ha inizio una breve salita, ma con pendenze toste, che ci porta a Coriano. Arrivati nel centro di Coriano voltiamo a destra direzione Monte Colombo e dopo circa metri 150-200 si gira a sinistra direzione Castelleale, Misano Monte. Via, discesa e poi subito una bella salita di poco più di km 2 con punte al 10 %.  

 Arrivati a fine salita si gira sinistra direzione Misano Monte, Scacciano e Riccione. Su questa strada di campagna sulla collina di Misano, guradando verso Est, Nord-Est si può scorgere il mare e apprezzare un incantevole panorama da Rimini a Riccione, da Riccione a Cattolica, e a Gabicce Monte. Si percorre questa strada, dove soffia sempre vento laterale, e si rientra agevolmente in discesa a Riccione.
Francesco


Nelle giornate estive potreste incontrare me ed i miei amici su queste strade. Per inofrmazioni, consigli o per accompagnarvi contatatemi pure vai e-mail.
On summer days you could meet me and my friends on these roads. For Information, advice or to accompany you send me an e-mail.

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domenica 12 febbraio 2012

ROMAGNA di GIOVANNI PASCOLI - da Ricordi - Myricae - (per chi non la capisce, in semplici parole mie)

La poesia Romagna di Giovanni Pascoli, postata qualche tempo fa (che trovate in originale qui  ROMAGNA di GIOVANNI PASCOLI) potrebbe avere per qualcuno un linguaggio un pò strano, frasi di non d'immedita comprensione, e con molte parole e frasi che non sono comprensibili dai traduttori di lingue, così ho pensato di darvi una mia traduzione, più vicina a quello che è l'italiano d'oggi, con qualche spiegazione e commento. 

Romagna... romagna un paesaggio innondato dal sole, raccontato nella cocente calma estiva. Stoppie riarse, gridi solitari, aie silenziose nel mezzodì. Un paesaggio aspro di calura, che ha tuttavia un riparo d'ombra, e cioè il caro nido famigliare ove sono cresciuti i sogni della fanciullezza.



Avviso a tutti i ragazzi e ragazze, alunni e alunne, e studenti di ogni età che si trovano a visitare questa pagina: COPIARE CON MODERAZIONE. FATE FUNZIONARE UN MINIMO IL VOSTRO CERVELLO. METTETECI UN PO' DI IMPEGNO E BUONA VOLONTA', E' L'UNICO MODO PERCHE' VI RIMANGA QUALCOSA. 

PARAFRASI

Sempre un villaggio (che è quello di San Mauro), sempre una campagna (la tenuta di cui era amministratore il padre del poeta)
mi ritorna al cuore come un ricordo, e suscita in me sentimenti, da una parte lieti, dall'altra dolorosi, o Severino (l'amico poeta Severino Ferrari);
il paese dove, ovunque andando, mentre si cammina, o si è in viaggio, ci accompagna sempre
il monte Titano su cui sorge la repubblica di San Marino, che rompe la pianura e la campagna, e per la lontanza e il monte su cui spicca ci appare avvolto dall'azzurro del cielo:

sempre mi torna in mente il mio caro paese,
su cui tennero signoria, ai tempi del feudalesimo, i conti Guidi, signori di Ravenna, e i Malatesta, signori di Rimini e di Cesena (potenti famiglie che ebbero signoria sulla romagna),
su cui dominò anche il Passator cortese (brigante famoso detto cortese perchè compi azioni di cavalleresca generosità),
padrone incontrastato con la sua banda sia delle strade sia delle foreste della Romagna.
(il Pascoli ci vuole dire che su questa terra dominarono sia nobili famiglie, sia spietati predoni che gli uccisero senza pietà il padre)

nei campi ricoperti di stoppie (vecchi steli che rimangono nei campi dopo la mietitura),
si aggira la tacchina col suo verso simile ad un singhiozzo, e va girando con i pulcini usciti dalle uova delle galline (spesso la tacchina è scelta per allevare pulcini non suoi),
presso gli stagni ricchi e sfavillanti di colori,
quando con lentezza l'anatra, dalle piume variopinte, si muove sollevando spruzzi;

Oh! magari io fossi con te (il desiderio di tornare con l'amico ai tempi spensierati della fanciullezza); potessimo smarrirci nel verde delle piante,
e stando tra gli olmi, dove nidificano le ghiandaie (uccelli dei boschi),
potessimo scambiarci per gioco urli che sembrano perdersi lontani
nell'infuocato silenzio dei pomeriggi estivi che vanno per le aie;

Mentre il contadino pone
dalle spalle incurvate per la fatica del lavoro la roncola e afferra la scodella per mangiare,
e il bue nelle stalle ombrose rumina
la sua erba lupina (erba da foraggio) che mastica a lungo e digerisce lentamente.

Durante tutto questo, dai paesi sparsi nei dintorni
le campane sembrano rincorrersi nel cielo con i loro acuti gridi:
invitano al riposo, al fresco dell'ombra,
alla mensa resa sacra dal lavoro e dagli affetti familiari, adornata dagli occhi splendenti come fiori dei bambini.

Un tempo in quelle ore torride,
per farmi riposare, mi ospitava, al riparo dei suoi rami con foglie delicate e fini,
una mimosa, che nei giorni caldi dell'estate fioriva
e adornava, la mia casa con fiori simili a pennacchi di color di rosa;

E lungo il muro sgretolato si abbracciava 
con i suoi rami a quelli di un gelsomino;
guardava e sovrastava tutt'attorno un pioppo alto e snello,
che in certi giorni era chiassoso e irrequieto come un birichino, perché al vento faceva frusciare le foglie fortemente.

Avviso a tutti i ragazzi e ragazze, alunni e alunne, e studenti di ogni età che si trovano a visitare questa pagina: COPIARE CON MODERAZIONE. FATE FUNZIONARE UN MINIMO IL VOSTRO CERVELLO. METTETECI UN PO' DI IMPEGNO E BUONA VOLONTA', E' L'UNICO MODO PERCHE' VI RIMANGA QUALCOSA. 

Quel angolo quieto era il mio nido, ossia il mio rifugio; dove fisicamente immobile e solo con la fantasia,
per ore ed ore io galoppavo insieme a Guidon Selvaggio
e con Astolfo (con gli eroi dell'Ariosto); o vedevo davanti a me,
l'imperatore nell'eremitaggio (Napoleone relegato a Sant'Elena nel suo solitario esilio).

E mentre, stando sospeso in aria
sull'Ippogrifo (mostro alato col quale Astolfo salì sulla luna) mi dirigevo verso la tanto sognata luna,
o mentre nella mia silenziosa stanza
Napoleone dettò le sue memorie;

Udivo tra i fieni appena falciati
il verso tremulo e continuo dei grilli,
udivo dalle rane dei fossi, 
un canto interminabile. (la natura è fonte inesauribile di ispirazione)

E simili ai canti della natura, lunghi e ininterrotti,
erano i canti che io pensai e sognai di comporre:
dallo stormire delle foglie, al cinguettio degli uccelli,
dalle risa delle donne (per le gioie dell'amore), alle onde rumorose del mare (viaggi avventurosi simboleggiati dallo strepitio e dall'immenso del mare).

Ma dalla casa materna (il nido) rifugio di tutta la famiglia, simili a rondini partite in ritardo,
tutti, proprio tutti, partimmo un triste funesto giorno (giorno dopo l'uccisione del padre); 
quanto a me, ora non ho più paese, sto dove mi capita, dove è possibile vivere con il mio lavoro;
gli altri miei familiari sono poco lontani da me, presenti sempre nel mio ricordo, al cimitero.
(QUESTA E' LA PARTE PIU' TRISTE C'E' LA CONSAPEVOLEZZA DI DOVER PERDERE TUTTO)

Così io non verrò nei giorni della calma estiva (nasce un pensiero amarissimo, non sarà mai più possibile tornare alla propria casa, piena di così care memorie, anche per non correre il riscio di trovarci altra gente estranea)
per quei sentieri fiancheggiati dai polverosi biancospini,
per non provare il dolore di trovare nella mia casa
i piccolini del cuculo ozioso, (i figli di gente estranea che ora vi dimorano),

o Romagna innondata dal sole, dolce paese,
su cui tennero la signoria i conti Guidi e i Malatesta,
su cui dominò anche il Passator cortese,
padrone sia delle tue strade sia delle tue foreste.


spero di avere fatto cosa gradita, e torno a ripetere a tutti i ragazzi e ragazze, alunni e alunne, e studenti di ogni età che si trovano a visitare questa pagina: COPIARE CON MODERAZIONE. FATE FUNZIONARE UN MINIMO IL VOSTRO CERVELLO. METTETECI UN PO' DI IMPEGNO E BUONA VOLONTA', E' L'UNICO MODO PERCHE' VI RIMANGA QUALCOSA.
Francesco