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domenica 12 febbraio 2012

ROMAGNA di GIOVANNI PASCOLI - da Ricordi - Myricae - (per chi non la capisce, in semplici parole mie)

La poesia Romagna di Giovanni Pascoli, postata qualche tempo fa (che trovate in originale qui  ROMAGNA di GIOVANNI PASCOLI) potrebbe avere per qualcuno un linguaggio un pò strano, frasi di non d'immedita comprensione, e con molte parole e frasi che non sono comprensibili dai traduttori di lingue, così ho pensato di darvi una mia traduzione, più vicina a quello che è l'italiano d'oggi, con qualche spiegazione e commento. 

Romagna... romagna un paesaggio innondato dal sole, raccontato nella cocente calma estiva. Stoppie riarse, gridi solitari, aie silenziose nel mezzodì. Un paesaggio aspro di calura, che ha tuttavia un riparo d'ombra, e cioè il caro nido famigliare ove sono cresciuti i sogni della fanciullezza.



Avviso a tutti i ragazzi e ragazze, alunni e alunne, e studenti di ogni età che si trovano a visitare questa pagina: COPIARE CON MODERAZIONE. FATE FUNZIONARE UN MINIMO IL VOSTRO CERVELLO. METTETECI UN PO' DI IMPEGNO E BUONA VOLONTA', E' L'UNICO MODO PERCHE' VI RIMANGA QUALCOSA. 

PARAFRASI

Sempre un villaggio (che è quello di San Mauro), sempre una campagna (la tenuta di cui era amministratore il padre del poeta)
mi ritorna al cuore come un ricordo, e suscita in me sentimenti, da una parte lieti, dall'altra dolorosi, o Severino (l'amico poeta Severino Ferrari);
il paese dove, ovunque andando, mentre si cammina, o si è in viaggio, ci accompagna sempre
il monte Titano su cui sorge la repubblica di San Marino, che rompe la pianura e la campagna, e per la lontanza e il monte su cui spicca ci appare avvolto dall'azzurro del cielo:

sempre mi torna in mente il mio caro paese,
su cui tennero signoria, ai tempi del feudalesimo, i conti Guidi, signori di Ravenna, e i Malatesta, signori di Rimini e di Cesena (potenti famiglie che ebbero signoria sulla romagna),
su cui dominò anche il Passator cortese (brigante famoso detto cortese perchè compi azioni di cavalleresca generosità),
padrone incontrastato con la sua banda sia delle strade sia delle foreste della Romagna.
(il Pascoli ci vuole dire che su questa terra dominarono sia nobili famiglie, sia spietati predoni che gli uccisero senza pietà il padre)

nei campi ricoperti di stoppie (vecchi steli che rimangono nei campi dopo la mietitura),
si aggira la tacchina col suo verso simile ad un singhiozzo, e va girando con i pulcini usciti dalle uova delle galline (spesso la tacchina è scelta per allevare pulcini non suoi),
presso gli stagni ricchi e sfavillanti di colori,
quando con lentezza l'anatra, dalle piume variopinte, si muove sollevando spruzzi;

Oh! magari io fossi con te (il desiderio di tornare con l'amico ai tempi spensierati della fanciullezza); potessimo smarrirci nel verde delle piante,
e stando tra gli olmi, dove nidificano le ghiandaie (uccelli dei boschi),
potessimo scambiarci per gioco urli che sembrano perdersi lontani
nell'infuocato silenzio dei pomeriggi estivi che vanno per le aie;

Mentre il contadino pone
dalle spalle incurvate per la fatica del lavoro la roncola e afferra la scodella per mangiare,
e il bue nelle stalle ombrose rumina
la sua erba lupina (erba da foraggio) che mastica a lungo e digerisce lentamente.

Durante tutto questo, dai paesi sparsi nei dintorni
le campane sembrano rincorrersi nel cielo con i loro acuti gridi:
invitano al riposo, al fresco dell'ombra,
alla mensa resa sacra dal lavoro e dagli affetti familiari, adornata dagli occhi splendenti come fiori dei bambini.

Un tempo in quelle ore torride,
per farmi riposare, mi ospitava, al riparo dei suoi rami con foglie delicate e fini,
una mimosa, che nei giorni caldi dell'estate fioriva
e adornava, la mia casa con fiori simili a pennacchi di color di rosa;

E lungo il muro sgretolato si abbracciava 
con i suoi rami a quelli di un gelsomino;
guardava e sovrastava tutt'attorno un pioppo alto e snello,
che in certi giorni era chiassoso e irrequieto come un birichino, perché al vento faceva frusciare le foglie fortemente.

Avviso a tutti i ragazzi e ragazze, alunni e alunne, e studenti di ogni età che si trovano a visitare questa pagina: COPIARE CON MODERAZIONE. FATE FUNZIONARE UN MINIMO IL VOSTRO CERVELLO. METTETECI UN PO' DI IMPEGNO E BUONA VOLONTA', E' L'UNICO MODO PERCHE' VI RIMANGA QUALCOSA. 

Quel angolo quieto era il mio nido, ossia il mio rifugio; dove fisicamente immobile e solo con la fantasia,
per ore ed ore io galoppavo insieme a Guidon Selvaggio
e con Astolfo (con gli eroi dell'Ariosto); o vedevo davanti a me,
l'imperatore nell'eremitaggio (Napoleone relegato a Sant'Elena nel suo solitario esilio).

E mentre, stando sospeso in aria
sull'Ippogrifo (mostro alato col quale Astolfo salì sulla luna) mi dirigevo verso la tanto sognata luna,
o mentre nella mia silenziosa stanza
Napoleone dettò le sue memorie;

Udivo tra i fieni appena falciati
il verso tremulo e continuo dei grilli,
udivo dalle rane dei fossi, 
un canto interminabile. (la natura è fonte inesauribile di ispirazione)

E simili ai canti della natura, lunghi e ininterrotti,
erano i canti che io pensai e sognai di comporre:
dallo stormire delle foglie, al cinguettio degli uccelli,
dalle risa delle donne (per le gioie dell'amore), alle onde rumorose del mare (viaggi avventurosi simboleggiati dallo strepitio e dall'immenso del mare).

Ma dalla casa materna (il nido) rifugio di tutta la famiglia, simili a rondini partite in ritardo,
tutti, proprio tutti, partimmo un triste funesto giorno (giorno dopo l'uccisione del padre); 
quanto a me, ora non ho più paese, sto dove mi capita, dove è possibile vivere con il mio lavoro;
gli altri miei familiari sono poco lontani da me, presenti sempre nel mio ricordo, al cimitero.
(QUESTA E' LA PARTE PIU' TRISTE C'E' LA CONSAPEVOLEZZA DI DOVER PERDERE TUTTO)

Così io non verrò nei giorni della calma estiva (nasce un pensiero amarissimo, non sarà mai più possibile tornare alla propria casa, piena di così care memorie, anche per non correre il riscio di trovarci altra gente estranea)
per quei sentieri fiancheggiati dai polverosi biancospini,
per non provare il dolore di trovare nella mia casa
i piccolini del cuculo ozioso, (i figli di gente estranea che ora vi dimorano),

o Romagna innondata dal sole, dolce paese,
su cui tennero la signoria i conti Guidi e i Malatesta,
su cui dominò anche il Passator cortese,
padrone sia delle tue strade sia delle tue foreste.


spero di avere fatto cosa gradita, e torno a ripetere a tutti i ragazzi e ragazze, alunni e alunne, e studenti di ogni età che si trovano a visitare questa pagina: COPIARE CON MODERAZIONE. FATE FUNZIONARE UN MINIMO IL VOSTRO CERVELLO. METTETECI UN PO' DI IMPEGNO E BUONA VOLONTA', E' L'UNICO MODO PERCHE' VI RIMANGA QUALCOSA.
Francesco

2 commenti: